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film, i film

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nik-rail
view post Posted on 13/1/2009, 15:55




1.io sono leggenda:

New York, 2012. Un virus ha ucciso tutti gli uomini e li ha trasformati in vampiri. La città è deserta, e l'unico sopravvissuto è il Dottor Robert Neville (Will Smith), scopritore di un possibile siero che potrebbe salvare l'umanità. Neville si muove alla luce del giorno con il suo cane lupo seguendo la quotidianità, in attesa della notte, in cui i vampiri escono dalla penombra, attaccando tutto ciò che incontrano.
Will Smith sa il fatto suo. È nato come rapper, è diventato una star della televisione, e da tempo ha affrontato il cinema. Sempre da protagonista. Dopo il film diretto da Muccino dove recitava con suo figlio, adesso si confronta con se stesso e con una metropoli spettrale che mette in evidenza ogni suo movimento. Forse non sarà candidato all'Oscar, ma la sua interpretazione è degna di nota. Passando al film, il "one man show" di Smith è supportato da una scenografia incredibilmente convincente, e da una regia di mestiere.
Non è facile costruire un film su un solo attore (se si escludono il cane, i vampiri, qualche flashback e due superstiti), e il day by day del protagonista è scandito con lentezza, quasi a voler fare respirare allo spettatore il senso di solitudine. A dispetto della necessità di includere la componente horror (le scene d'azione sono presenti per coinvolgere il target giovane), a parte la mezz'ora finale, Io sono leggenda, si concentra sul singolo, sull'uomo che poteva cambiare il mondo, su chi ha la consapevolezza che è molto semplice distruggere ciò che si ha per le mani tutti i giorni.
L'11 Settembre è lì, è l'origine delle cose, e Richard Matheson che nel 1954 scrisse il romanzo omonimo, non avrebbe potuto immaginarselo così reale. Ma alla fine, la convinzione ultima, è che solo l'umanità può decidere le sorti del mondo.

IRON MAN
Tony Stark, figlio di Howard Stark e Maria Stark nasce a Long Island. Tony è un ragazzo prodigio che riesce ad entrare nel programma per studenti non laureati all'Istituto Tecnologico del Massachussets (MIT) all'età di 15 anni ed è il migliore del suo corso. A 21 anni, dopo la morte dei genitori in un incidente d'auto, eredita la società del padre, la Stark Industries. Appena insediato Tony si premura di rilevare la ditta che aveva prodotto i freni difettosi dell'automobile dei genitori ed eliminarne il malfunzionamento.
La prima armatura usata da Iron Man. Modello I Mark I. J. Kirby e D. Heck

Durante una visita in Vietnam, mentre studia la possibilità di aiutare il contingente di guerra statunitense coi suoi mini-transistor, Tony rimane gravemente ferito nell'esplosione di una mina e una scheggia metallica gli si conficca nel cuore. Dopo essere stato catturato da un signore della guerra vietnamita chiamato Wong Chu, il suo compagno di prigionia, il famoso fisico Yin Sen (o Ho Yinsen), costruisce una piastra magnetica e la impianta nel petto di Tony per evitare che la scheggia raggiunga il cuore, mantenendolo di fatto in vita. Nonostante le terribili sofferenze, è costretto a costruire armi per Wong Chu, col solo aiuto del suo compagno, ma Tony e Yin Sen utilizzano i materiali a loro disposizione per progettare e costruire una potente armatura, un esoscheletro di ferro che dà a Tony una forza impressionante ed altre abilità che gli permetteranno di sopravvivere e di fuggire. Yin Sen si sacrifica per dare a Tony il tempo di indossare l'ingombrante armatura con la quale sconfigge facilmente Wong Chu e i suoi uomini. Durante il ritorno, incontra un pilota di elicotteri dell'American Air Force ferito, Jim "Rhodey" Rhodes. Presentandosi come guardia del corpo di Tony, Rhodes decide di aiutarlo ad eliminare la minaccia nord-vietnamita, stando dalla parte degli americani. Tornato a casa Tony continua a migliorare l'armatura, creando la sua seconda nuova identità: Iron Man. Egli inoltre ingrandisce notevolmente la fabbrica di suo padre, la Stark Industries, e la chiama Stark International. Sconvolto dall'orrore della guerra vista in prima persona decide di usare il potere dell'armatura a fin di bene e contemporaneamente converte le proprie industrie a produzioni civili.

Iron Man si presenta al mondo come la guardia del corpo di Tony stesso e mascotte della sua compagnia. Perciò combatte coloro che minacciano la sua azienda, ad esempio gli avversari comunisti come la Vedova Nera, Air Strike (o Dinamo Cremisi) e Titanium Man o altri avversari come il Mandarino. Tuttavia sia la Vedova, Air Strike e il malvagio Occhio di Falco, un tempo fidanzato con la Vedova Nera, alla fine sono passati dalla parte del bene e si sono uniti ai Vendicatori.

Nessuno sospetta che Tony sia Iron Man perché è visto da tutti come un viziato ricco industriale godereccio. Solamente a due membri del suo staff, oltre a Rhodey, Harold "Happy" Hogan e Virginia "Pepper" Potts, Tony rivela la sua doppia identità.
Modello VII Mark I. M.Bright e B.Layton

Il fumetto si oppose al Comunismo nei suoi primi anni, al fine di sostenere la guerra in Vietnam. Questo cambiamento si evolse in una serie di storie dove Tony riconsidera le sue idee politiche e il fatto di riprendere a costruire armi per le forze militari USA. Comunque Tony rimase un conservatore sia nel carattere che nella politica, mantenendo al contempo la sua immagine di playboy. Spesso si mostra arrogante e giustifica i mezzi usati con gli scopi che si prefigge. Ciò lo mette in conflitto con la gente intorno a lui, in entrambe le sue identità.

Possiede un grande patrimonio personale, e spesso si dedica ad attività filantropiche. Permette ai Vendicatori di usare il suo maniero, dove ha vissuto da piccolo, come base, e sostiene le loro operazioni con il denaro della Fondazione Maria Stark, un'organizzazione senza fini di lucro con il nome di sua madre. La fondazione non è collegata agli affari di Tony e infatti ha continuato ad esistere quando quegli affari sono terminati. Tony Stark fornisce le sue tecnologie anche ad altri supereroi: nuovi scudi per Capitan America, il jet usato dai Vendicatori e un congegno creatore di ologrammi usato dagli X-Men e presente nel costume-armatura dell'Uomo Ragno.

Tony Stark scopre che lo S.H.I.E.L.D. sta cercando di impossessarsi di una parte dell'azienda al fine di assicurarsi il rifornimento perenne di armi della Stark International. Allo stesso tempo, il suo rivale in affari, Justin Hammer, cerca di mettere in ginocchio la Stark International arruolando un buon numero di super-cattivi; sfruttando una tecnica di scansione ipersonica Hammer riesce facilmente ad aggirare le protezioni dell'armatura causando malfunzionamenti e addirittura l'involontaria uccisione di Iron Man di un diplomatico. Sebbene Iron Man non venga considerato subito colpevole, Tony decide di consegnare l'armatura alle autorità, eliminando però buona parte dei congegni. Tony e Rhodes, che è ormai diventato il suo pilota e miglior amico, rintracciano e sconfiggono i responsabili del furto. Hammer ritornerà a tormentarlo ancora.

Contemporaneamente agli eventi, Tony sviluppa una seria dipendenza dall'alcool: con l'aiuto della sua ragazza Bethany Cabe, dei suoi amici e dei suoi dipendenti, Tony riesce a superare la crisi e, per il momento, il problema con l'alcool.

spider- man3

La vita è meravigliosa per Peter Parker: ama, ricambiato, Mary Jane Watson, è idolatrato dalla popolazione e dalla stampa, nessun cattivo sembra resistergli. Le cose cambiano quando da un meteorite caduto nei pressi di New York, emerge un parassita che si insinua nel suo costume: lo sgradito ospite ha la capacità di scavare nell'animo dell'eroe e di fargli mostrare il suo lato peggiore. Intanto, nuovi e vecchi nemici si dimostrano più pericolosi del previsto ed anche Mary Jane, delusa dal comportamento del "nuovo" Peter lo abbandona….Riuscirà Spiderman a sconfiggere gli avversari e riconquistare il cuore della sua amata?
Bello, ma con molte riserve: Spider-man 3 è un grande spettacolo, capace di colpire cuore e occhi, ma il perfetto mix di azione, ragione e sentimento ottenuto da Raimi con il secondo episodio, non si è ripetuto. Per tutta la durata della pellicola permane sottesa la sensazione che la sceneggiatura di Alvin Sargent, non riesca a "stare dietro" alla quantità di personaggi e situazioni che il film vorrebbe proporre. Due donne e tre villain di spessore sono troppi per un solo film e, malgrado la non irrilevante durata dello stesso (quasi due ore e mezza), alla fine della visione si è colti da un sentimento contrastante: certo, lo spettacolo non manca e alcune sequenze lasciano a bocca aperta e col fiato sospeso, ma si prova anche un vago senso di incompiutezza per quello che poteva essere e non è stato.
Spider-man 3 è senza dubbio uno dei più spettacolari film di ogni tempo: le sequenze che vedono protagonisti Sandman e Venom, quella con la gru impazzita, il lungo combattimento finale, Peter e Mary Jane dolcemente sdraiati su una ragnatela, sono momenti di grande intensità emotiva e indubbio fascino visivo. Purtroppo però Raimi, forse stressato dalla responsabilità di dirigere il film più costoso di tutti i tempi (oltre 250 milioni di dollari) pasticcia un po' con script e personaggi e il risultato finale è inaspettatamente discontinuo.
All'andamento altalenante del film contribuisce inoltre una prestazione del cast altrettanto incerta, che se da un lato vede Kirsten Dunst, diva inarrivabile e brava a incarnare e rappresentare le ansie della fidanzata insoddisfatta, dall'altro mostra un Tobey Maguire incredibilmente monocorde e inespressivo, un totem catatonico che affronta con lo stesso piglio le situazioni drammatiche e quelle più leggere (che scadono spesso nel ridicolo involontario). Spider-man 3 affastella troppi personaggi che, fatalmente, finiscono per aver ben poco spazio e senz'altro meno di quello che meriterebbero: fondamentale nel fumetto, Gwen Stacy, è qui per esempio ridotta a mera macchietta di contorno. La sensazione che Raimi abbia sprecato un assist vincente per chiudere alla grande una trilogia che, in ogni caso, avrà un posto di rilievo nella storia del cinema, c'è tutta. Una stella in più per il grande spettacolo degli effetti speciali.

4.edward mani di forbice

« Una volta, tanti e tanti anni fa, viveva in quel castello un inventore, e tra le tante cose che faceva, si racconta che diede vita ad un uomo. Un uomo con tutti gli organi: un cuore, un cervello, tutto. Beh, quasi tutto. Perché, vedi, l'inventore era molto vecchio, e morì prima di finire l'uomo da lui stesso creato. Da allora, l'uomo fu abbandonato, senza un papà, incompleto e tutto solo. »

(Kim anziana alla nipotina prima di addormentarsi)

Un eccentrico e anziano inventore vive da solo in un castello in cima a una piccola montagna. Passeggiando in mezzo alle proprie macchine, un giorno, ha l'intuizione di sfruttarne una per creare un essere umano vivo e vegeto. In poco tempo, quest'uomo riesce nel proprio intento, e chiama Edward il ragazzo a cui da la vita. Egli non è un cyborg, e nemmeno un insieme di carni rianimate, ma una persona vera scaturita dalla genialità dell'inventore eremita.

Mentre ultima le modifiche sull'insolito "figlio", l'inventore gli trasmette nozioni di galateo, di buona educazione, e di luoghi comuni. Una tragedia improvvisa, però, incombe su entrambi: il vecchio uomo muore prima di dare alla creazione un paio di mani, al posto delle quali ha un insieme di forbici molto taglienti.

Molti anni dopo, una rappresentante di cosmetici, Peggy, raggiunge il castello, che da tempo la incuriosisce. Superato lo spavento iniziale dovuto alle insolite mani di quella strana creatura, Peggy porta a casa con sé Edward.

Il ragazzo incontra il marito e il piccolo figlio della gentile signora, con cui instaura buoni rapporti sebbene essi risultino un po' impacciati dalla sua presenza. Il giovane inizia presto a farsi strada come giardiniere, dando a piante e a siepi le forme di fantasia più originali.

Di ritorno dal campeggio in montagna, la figlia di Peggy, Kim, incontra questo insolito gentiluomo, da cui rimane impaurita, ma solo inizialmente. Seguiranno istanti in cui lei, anziché paura, proverà verso di lui imbarazzo. Il suo ragazzo, invece, Jim, figlio di un ricco uomo, vorrebbe approfittarsi della sua ingenuità e della sua gentilezza per mettere a punto un furto nella sua stessa casa.

Sempre più benvoluto e apprezzato come giardiniere e parrucchiere, Edward accetta di aiutare Kim, credendo solo di favorirli nel legittimo recupero di cose che alcuni ladri avevano loro rubato.

A sorpresa, la polizia irrompe nella casa, ma arresta solo Edward, poiché Jim è scappato trascinando con sé la riluttante Kim.

Rilasciato a seguito di un breve periodo di detenzione, Edward ritorna a casa di Peggy, ma la gente gli ha già voltato le spalle, ritenendolo non solo un diverso, uno storpio, ma addirittura un mostro spaventoso e incontrollabile.

Dopo aver ferito inavvertitamente Kim, Edward ha uno scontro con Jim, che ferisce a un braccio. Scappato nuovamente nel castello di suo padre, Edward si è deciso a concludere per sempre con gli uomini normali, ma viene seguito da Kim, l'unica a provare un sincero senso di colpa verso di lui.

Al castello giunge anche Jim che è furibondo,colto dalla rabbia si scontra con Edward che alla fine infilza il giovane, uccidendolo. Solo allora la ragazza dichiara il suo amore ad Edward e decisa ad aiutarlo, Kim comprende che è meglio che lui rimanga nuovamente solo, come prima dell'arrivo della madre Peggy. Lo fa così credere morto a tutti coloro che l'avevano prima amato e poi odia5.to.

5.drumline

Devon Miles è un ragazzo di Harlem con un grande talento come batterista. Vince una borsa di studio per l'università di Atlanta ed entra a far parte della banda musicale della scuola, che accompagna e dà la carica alla squadra di football durante le partite. Ma le cose non si mettono bene per lui quando sorge il sospetto che possa aver imbrogliato l'università per ottenere la borsa di studio. Rischia così non solo di essere espulso dall'ateneo, ma soprattutto di perdere il suo posto nella sezione ritmica della banda poco prima della Big Southern Classic, una gara per le migliori bande delle università locali.

6.hellboy the golden army

All'interno del Dipartimento per la Ricerca sul Paranormale e la Difesa c'è aria di maretta. Il muscoloso detective Hellboy, per gli amici Red, è vittima tanto del suo capo Manning, che vorrebbe impedirgli di mettersi in mostra davanti agli umani, tanto della sua pirotecnica fidanzata Liz, che sembra avere un segreto e non volerglielo rivelare. Ma un pericolo molto più grande incombe sul B.P.R.D. e sul mondo intero: il principe Nuada del mondo delle tenebre, stanco di obbedire da secoli all'umanità, ha risvegliato un esercito leggendario di macchine assassine al fine di annientarla. A Hellboy e al suo indistruttibile pugno di pietra il compito di fermarlo.
Chi, nel 2004, aveva osannato il talento di Guillermo Del Toro nel portare sullo schermo l'eroe del fumetto creato da Mike Mignola, deve ricredersi: Hellboy si riduce ad una buona presentazione del personaggio di fronte ad secondo capitolo, Hellboy - The Golden Army, che brilla davvero nel buio della sala.
Rinunciando alla trama pseudo storica che ingarbugliava il primo tomo, e con essa ad una buona dose di fedeltà al fumetto, il regista messicano si diverte qui ad approfondire le relazioni tra i personaggi, raggiungendo nei dialoghi dei duetti da antologia, tanto tra Red e Abe, il mutante acquatico, quanto tra i due super "piccioncini". Ugualmente, la distanza tra i due mondi, quello "normale" e quello che non lo è affatto, si riduce al punto da prevedere dei "passaggi" che coincidono con alcune tra le sequenze visivamente più spettacolari del film (il mercato dei Trolls, l'Irlanda del Nord).
Sebbene la storia in sé non si discosti dalla solita direttrice per cui un rappresentante del mondo occulto dichiara guerra a quello emerso mettendo in difficoltà il protagonista, diviso tra i due mondi e spesso inviso ad entrambi, in questo secondo episodio il tema dell'eros e del suo legame drammatico e inscindibile con thanatos fornisce coerenza narrativa, poiché si declina tra il giustiziere rosso e Liz ma anche tra Abe e Nuala e tra i due pallidi gemelli delle tenebre.
In tutti i casi, è sul piano dei personaggi che Hellboy dà il meglio di sé. Vien da dire che è dai tempi di Guerre Stellari, di Ian Solo, della principessa Leila e di Chewbecca, che non si vedeva un trio come quello di Red, Liz e Abraham (alias Ron Perlman, Selma Blair e Doug Jones); e non sono da meno i secondari, specie la new entry ectoplasmica Johann Krauss e l'apparizione dell'Angelo della Morte, messaggero di una misteriosa profezia che potrebbe allungare la sua ombra sul futuro cinematografico dei nostri eroi.
Approfittando del fatto che "Hellboy" è un fumetto recente, privo della pesante tradizione di altri colleghi a strisce, Del Toro imprime a fuoco sulla serie in fieri il suo marchio di fabbrica e tinge con gusto il bianco e nero carico e gotico di Mignola con i suoi colori altrettanto carichi e "fantasyosi".

7.harry potter e l'ordine della fenice

Voldemort si è fatto corpo ed è tornato. Nessuno al Ministero della Magia sembra crederci. Cornelius Caramell, pavido Ministro delle istituzioni magiche, è deciso a reprimere con tutti mezzi coloro che oseranno affermare il contrario. Harry, sopravvissuto col tronfio cugino Dudley all'attacco dei Dissennatori, viene espulso da Hogwarts per avere usato impropriamente la magia davanti a un babbano. L'intervento in tribunale di Silente reintegra il ragazzo e lo introduce alla conoscenza dell'Ordine della Fenice, un gruppo di nobili cavalieri magici avversari di Voldemort.
Mentre l'oscuro signore recluta vecchi servitori di ascendenza pura per entrare in possesso della profezia, l'esercito "templare" di Silente combatte due fronti e due poteri: quello maligno e potente dei Mangiamorte e quello politico e ottuso di Caramell, che si ostina a negarne il ritorno. Rimosso Silente dalla presidenza di Hogwarts, questa volta Harry dovrà cavarsela da solo. Ma nuovi e giovani membri si uniranno alla resistenza contro Voldemort.
Quinta volta per Potter al cinema, prima volta per David Yates, regista inglese che supera la prova accompagnando Harry alla maturità e all'autonomia affettiva. Harry come persona e come mago è chiamato anche questa volta a un compito evolutivo e a prove fondamentali per entrare progressivamente nell'età adulta. Fa esperienza di un corpo "alterato" che invia segnali nuovi, che si risveglia sessualmente spingendolo verso l'esperienza amorosa. Lo sforzo di adattamento produce frustrazione e rabbia separandolo fisicamente ed emotivamente dagli adulti che lo hanno adottato per costruirsi degli affetti fuori da quelli istituiti. Harry, Ron, Neville, Cho e Luna sono adolescenti davanti allo specchio.
Nell'Ordine della Fenice questo strumento di divinazione non riflette più l'immagine speculare di una persona né l'identità benevola o malevola come nello Specchio delle Brame della Pietra Filosofale, diventa piuttosto un portale magico verso una nuova dimensione. A mutare è pure il rapporto con la magia, costretta dalla terribile Dolores Umbridge all'interno di parametri tradizionali, inaridita da un approccio inconsistente che non permette alcuna partecipazione personale. È l'esempio positivo di Sirius, nel privato, e di Silente, in quello pubblico, a insegnare a Potter a vivere intensamente, contribuendo alla giustizia del mondo con il proprio atto magico.
Di fronte alla rigidità educativa prevista dal Ministero, che punisce duramente la trasgressione, la proposta di Harry di fondare "l'esercito di Silente" appare rivoluzionaria: la magia non va soltanto letta sui libri, ma applicata, agita e vissuta. Solamente così assume un significato intenso e una forza formativa per lo spirito. Affascinato dal racconto giovanile del patrigno sulla fondazione dell'Ordine della Fenice, Harry e compagni riportano in vita quella tradizione di pratiche rituali e di virtù, sviluppando un proprio modo di vivere magicamente e rifiutando il conformismo delle idee.
Il viaggio dell'eroe mago continua, la guerra tra il Bene e il Male viene giocata sul terreno accidentato della non visibilità (Dissennatori, Thestral e Voldemort restano invisibili ai più) e la forza di Voldemort può avere la meglio trascinando gli avversari dalla luce nelle tenebre. La convivenza degli attori col soprannaturale si fa raffinata dando vita a forme visive disparate che, smaterializzandosi e polverizzandosi, investono corpi, ambienti e oggetti. Nella sequenza iniziale, che pratica il teen movie, lo straordinario entra nell'ordinario: i personaggi reali convivono nel mondo babbano con gli antagonisti scarnificati. Il digitale sottrae materia alle superfici, rendendole inquietanti e spettrali. L'Ordine della Fenice si divora come il libro omonimo e dona allo schermo la performance, straordinaria per perfidia, di Imelda Staunton, "cattiva maestra" incapace di partecipare il proprio amore per la cultura. Magica, ovviamente.

8.il mistero delle pagine perdute

Ben Gates torna in azione: stavolta c'è da difendere l'onore degli avi che vengono accusati di aver cospirato contro Abramo Lincoln. Aiutato da tutta la famiglia (stavolta c'è pure mamma), il cacciatore di tesori girerà il mondo alla ricerca del modo di sbrogliare una matassa che, passo dopo passo, si rivelerà sempre più intricata e foriera di sensazionali sorprese e colpi di scena… Strano il destino: il primo National Treasure (titolo originale americano) venne acclamato un po' ovunque come migliore film-clone di quell'Indiana Jones sul quale nessuno avrebbe allora scommesso un ritorno in grande stile, visto che ai tempi Spielberg era, come si suol dire, impegnato in altre faccende. Stavolta invece allievo e "maestro" sono, pardon, saranno, di fronte l'uno all'altro: per valutare il ritorno di Indy dovremo aspettare qualche mese, oggi invece possiamo confermare che Il mistero delle pagine perdute conserva l'appeal dell'originale e, grazie anche all'immissione di qualità derivante dalla partecipazione alla pellicola di grandi attori quali Ed Harris e Helen Mirren (la mamma del protagonista), si lascia vedere con piacere.
La formula non cambia: misteri, esplorazioni, enigmi da decifrare, testi antichi nascosti negli anfratti più inaccessibili e stavolta persino un Presidente degli Stati Uniti disponibile e simpatico: la trama è ovviamente strampalata, così come molte delle situazioni che si trovano a vivere i protagonisti, ma l'autoironia e la capacità di non prendersi troppo sul serio, permettono al film di raggiungere l'obiettivo principale: divertire e intrattenere il pubblico, facendogli passare due ore di avventura vecchio stile. Cage, oramai uomo-ovunque del cinema americano, ha la stessa espressione dall'inizio alla fine, ma sembra a suo agio nei panni dell'eroe per caso. Godibilissimi sono i siparietti tra due icone della vecchia Hollywood (Mirren/Voight) che stanno al gioco, perché di questo si tratta, con compiaciuta ironia.
La sfida è lanciata quindi: all'archeologo più famoso del mondo non resta che accettarla e (forse) vincerla…

9.goal!

Santiago Munez è emigrato dal Messico negli Stati Uniti insieme alla sua famiglia in cerca di un futuro migliore. Sin da quando era bambino, il suo sogno è sempre stato quello di diventare un giocatore di calcio. Giunto a Los Angeles, un talent scout, dopo averlo visto giocare, gli propone un provino per la squadra inglese del Newcastle United. Santiago accetta e parte alla volta della Gran Bretagna per realizzare il suo sogno: diventare una stella del calcio mondiale.
Primo episodio di una trilogia (oramai se non giri almeno tre film identici e li serializzi non sei nessuno) che si concluderà nel 2006, giusto in tempo per i mondiali di calcio in Germania, Goal! dimostra l'ennesima volta quanto sia difficile girare film validi sul calcio e quanto avanti sia la "scuola americana" in fatto di film sportivi. Ottimo, almeno tecnicamente, nelle sequenze calcistiche, il film si affloscia su sé stesso durante le sezioni sceneggiate e dialogate: la trama è davvero banale e gli attori appena discreti. Solo per calciomaniaci incalliti o fan del Cervia...

10.the school of rock

Il plot ricalca perfettamente i classici canovacci del tema. Il musicista, bravo ma incontrollabile, viene cacciato dalla band da lui stesso creata e, grazie ad un inganno, si sostituisce all'amico professore nella scuola più prestigiosa e politically correct dello stato; seguono varie peripezie che lo portano a far scoprire negli annoiati studenti l'amore per la musica ed il senso della vita. Tutto visto e già visto in salsa drammatica, poetica, razionale. Stavolta però, la forma sorpassa il contenuto e la messa in scena non si perde in pistolotti morali per andare dritta al cuore (e al senso del ritmo) degli spettatori. School of rock è uno dei film più genuinamente spassoso. Solo la sequenza con la quale Jack Black introduce se stesso ed il suo "programma scolastico" agli attoniti studenti, vale il prezzo del biglietto. Linklater, noto fine intellettuale e amante dei ricami formali e stilistici, trova incredibilmente i tempi comici esatti e grazie ad un cast straordinario ed ad una colonna sonora semplicemente epocale (poteva essere altrimenti?), realizza un film di straordinaria banalità che riesce al contempo ad essere irresistibile e perfetto nell'intento per il quale è stato pensato: divertire.
Jack Black è semplicemente immenso. Lui stesso musicista e cantante in un gruppo semi-amatoriale, interpreta il protagonista con una partecipazione ed una intensità encomiabili .Scatenato, senza freni, riesce ad essere al contempo svitato, rigoroso, brillante: raramente in altre pellicole si è vista una tale aderenza tra l'attore ed il personaggio che interpreta. Già ottimo nel film dei Farrelly, Amore a prima svista, ottiene con School of rock, la sua definitiva consacrazione.
I ragazzi della classe, anzi della scuola del rock, sono assolutamente strabilianti sia dal punto di vista musicale (tutti i pezzi sono "in presa diretta") che di presenza scenica e danno un plus di vitalità e freschezza al film. Niente male nemmeno Joan Cusak nella parte della etilica e frustrata preside e fate attenzione all'inconsistente Mike White alias Ned Schneebly, l'amico di Black...il film l'ha scritto lui!
School of Rock supera i confini della commedia tradizionale, diventa un romanzo formativo, un pazzo helzapoppin di situazioni, scene e gag, mescolate a tempo di rock da un Linklater lontano dall'etichetta di radicale sperimentatore ed innovatore a tutti i costi, e finalmente libero di parlare un linguaggio cinematografico diretto e schietto, seppur inevitabilmente meno raffinato e formalmente convincente. I binari percorsi dal film, portano ad una morale semplice ed essenziale:mai mollare, ma, al contrario di tante pellicole in cui questa risulta un fardello politacally correct appiccicato, giusto per dare senso a trame banali e scontate, in School of Rock è il giusto collante di una storia semplice e genuina. Da vedere e... "occhio al potente!"


questa nn era una classifica ma vi assicuro che sono tutti film bellissimi
 
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zachGman
view post Posted on 24/1/2009, 21:34




qualcuno di + nuovo????
 
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1 replies since 13/1/2009, 15:55   199 views
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